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Dialogo di una prostituta con un suo cliente di Dacia Maraini
Presentazione
Dialogo di una Prostituta con un suo cliente con Riccardo Floris e Laura Tanziani

Era il 1978 quando Dacia Maraini pubblicava Dialogo di un prostituta con un suo cliente.
Annus horribilis del terrorismo italiano ma anche una stagione in piena rivoluzione femminile e femminista.Una stagione che tanto ha segnato un’intera generazione da tornare presente oggi nei dibattiti tra violenza, aborto, punizioni, amnistie: un eterno ritorno del rimosso che stenta a pacificarsi tra i fantasmi del passato e il bisogno di dimenticare. Eppure, al di là delle lacerazioni mai lenite, la parola d’ordine che segnava il continuo confronto,così presente nel testo della Maraini,la tanto auspicata “partecipazione”, torna oggi ad offrire nuovi spunti di riflessione e interesse.

Così la prostituta Manila, dal cuore grande come un’intera città, riflette ad alta voce - in un dibattito continuo tra se e il mondo - sull’ amore, la politica, e sugli eterni temi del maschile e del femminile, del privato e del pubblico. In bilico tra crudo realismo, ideologia, visionarietà, il testo della Maraini offre ad una rilettura contemporanea, sfrondata delle parole d’ordine di un tempo, una visione più sensibile, quasi un teorema astratto sui sentimenti, sulla difficoltà di comunicazione, sul corpo-merce, sulla vendita dei desideri e delle anime.
Il teatro quindi non dimentica, anzi fa tesoro della propria memoria letteraria nella quale trova nuovi impulsi creativi, nuovi territori. E’ il percorso che sta compiendo Nuccio Siano, attraversando l’opera minore di Pasolini e ora la Maraini: una lodevole azione di riscoperta della drammaturgia italiana del ‘900, forse un po’ troppo frettolosamente consegnata al destino polveroso e perdente dell’ideologia.

Luciana Libero